Testo Cynthia Mira Fotografie Fondazione Stöckenweid
La sala della fondazione Stöckenweid di Feldmeilen era gremita per la presentazione dello spettacolo «Story of music» nel mese di marzo. Al termine della rappresentazione, il pubblico entusiasta ha risposto con una standing ovation, non solo perché quest’opera ha conquistato i cuori, ma anche perché ha elevato il significato di inclusione e arte. Il programma prevedeva sia classici di musica svizzera sia brani mondialmente conosciuti come «My Heart Will Go On», tratto dalla colonna sonora del film «Titanic», a cui sono seguiti altri successi come «Fix You» dei Coldplay. Impressionante anche la scenografia, eseguita con passione e creatività. In un brano è stata riproposta sotto forma di pantomima un’intera orchestra, con violini e flauti realizzati manualmente.
La regia è stata curata da Connie Schiess, affiliata in qualità di socio solidale alla sezione Procap della Svizzera centrale. La regista ha paragonato questo suo incarico all’assemblamento dei pezzi di un puzzle, spiegando come siano state dapprima raccolte le idee e le aspettative della compagnia, per poi ordinarle e collegarle, fino a comporre il risultato finale. Le sue parole riflettono anche l’essenza di quest’opera: un gruppo di persone che collabora alla realizzazione di qualcosa di unico. «Questo lavoro è molto importante per me, mi consente di mettere le persone nella condizione di sviluppare la propria creatività, di svelare i propri talenti e di evolvere», spiega la regista. È anche convinta che l’arte e la cultura possano modificare l’immagine e lo sguardo della società nei confronti delle persone in situazione di disabilità. «Mi piacciono le sfide e apprezzo molto la forza della compagnia. Trovo stimolante riuscire a realizzare ciò che inizialmente sembra impossibile», racconta. E prosegue affermando che questa forma d’arte apre nuovi orizzonti anche alla sua creatività.
A rendere eccezionale l’ultimo spettacolo della fondazione Stöckenweid è stata anche la sfida che i numerosi cambi d’abito comportavano. Alcuni interpreti hanno infatti dovuto cambiarsi fino a sette volte nel corso della rappresentazione. «Questi passaggi vanno allenati e integrati molto bene», dice la regista. «Tutte e tutti hanno le proprie schede, sulle quali possono vedere a chi tocca fare cosa, dove e con quale costume. Ogni passaggio è illustrato e presentato graficamente, perché pochissimi sanno leggere, mentre pittogrammi e immagini risultano immediatamente comprensibili». Il lavoro di preparazione è molto impegnativo, ma permette di raggiungere l’obiettivo principale, che è quello di consentire anche alle persone più fragili di partecipare nel modo più autonomo possibile. «Certo, bisogna avere i nervi saldi, ma ho anche molta fiducia nelle persone e sono sempre molto chiara, diretta e con un approccio alla pari».
Altre cinque persone hanno lavorato dietro le quinte. Per citare le parole di Pius Käppeli, presidente del consiglio di fondazione: «Per una serata come questa servono mille fili che lavorano in armonia riponendo piena fiducia in chi li intreccia». Connie Schiess non è al suo primo progetto artistico con la fondazione Stöckenweid. Con il suo atelier di pittura e le sue mostre crea da anni spazi in cui la creatività non conosce confini né barriere. Tra un anno andrà in pensione. «Penso che sia stato il mio ultimo spettacolo, ma posso immaginare di realizzare altri progetti simili anche dopo la pensione», sottolinea.
Questa serata ha dimostrato come l’arte e l’inclusione possano unire. Ha anche ricordato quanto possa significare un progetto di questo genere per chi vi partecipa e quanto sia importante dare un palcoscenico anche alle persone in situazione di disabilità. Anche il pubblico se ne è reso conto, come conferma Martina Skorek, 36 anni, di Wetzikon ed ex collaboratrice del gruppo Stöckenweid: «Finalmente sono riuscita a vedere lo spettacolo e mi sono commossa. Contiene tante belle scene e l’effetto globale è davvero straordinario». Le fa eco il suo compagno, Dominik Spühler (37 anni), «l’energia che emana dal palco è talmente coinvolgente che ti invoglia a ballare». Entrambi sono concordi nell’affermare che questa serata ha lasciato in loro delle emozioni indelebili.